L’orto sostenibile, dovrebbe essere un orto facile da realizzare, alla portata di tutti che si adatta a qualunque condizione della nostra penisola.
Dovrebbe dipendere solo ed esclusivamente dagli elementi naturali :
acqua, terra, luce, vento…
Un organismo che si autorigenera, il cui nostro intervento è limitato il più possibile.
La Natura lasciata al suo equilibrio è in grado di creare, grazie all’azione dei microrganismi che degradano le sostanze organiche, l’Humus che ha un ruolo centrale nello sviluppo della vita, influenzando le proprietà chimico-fisiche e le componenti minerali organiche del terreno.
La vegetazione così può trovare tutto il sostentamento dato da un terreno estremamente fertile.
Le pratiche agricole ‘’convenzionali’’ scoraggiano la vita del suolo, riducendolo a un substrato inerte e qui cominciano i problemi noti come la desertificazione, il dilavamento dei suoli, l’erosione…
In un contesto ambientale favorevole che rispetta le leggi immutabili della Natura, l’essere umano e la terra sono autonomi nel mantenersi sani, in natura la salute è una regola.
Quanto più ci si discosta dalla Natura quanto più si va verso l’alterazione di equilibri, quanto più ci si avvicina alla possibilità di malattia.
Come migliorare la fertilità del terreno
Quello che dobbiamo fare per migliorare la fertilità del terreno è ripristinare il più possibile le condizioni naturali,
In Natura una superficie non boschiva si presenta sempre coperta da erba verde o secca, cespugli… , non esiste la terra nuda nelle nostre zone temperate.
Da alcuni anni si è cominciato in alcuni casi a lasciare inerbito il suolo agricolo con lo sfalcio dell’erba in media di tre volte l’anno, lasciando il trinciato sul terreno.
Questa soluzione con un prato permanente o cotico erboso si sta diffondendo per la gestione di oliveti, vigneti, frutteti, permette di proteggere il suolo da desertificazione, erosione, dilavamento.
La fertilità del terreno è influenzata dal modo di intervenire su di esso.
Il suolo inerbito costantemente, aumenta la porosità del terreno e quindi una maggiore facilità di infiltrazione dell’acqua, evita il formarsi della crosta di superficie e fenomeni di compattazione che possiamo osservare dopo le piogge su terreni lavorati.
Preservando la porosità eviteremo anche fenomeni di asfissia delle radici che influenzano negativamente la crescita e la produttività delle piante.
La presenza di un prato stabile determina la conservazione e l’incremento della biodiversità dei suoli che contribuisce alla formazione di Humus che cattura con la sua forma colloidale l’acqua, dando fertilità e vita al terreno.
Questo equilibrio ci permette di avere piante assolutamente sane e robuste che difficilmente si ammaleranno.
Come ci ricorda Claude Bernard ‘’il terreno è tutto il microbo niente’’.
Se il terreno inteso anche come ambiente complessivo è sano e tutto in equilibrio naturale, non può esserci malattie.
‘’Tanto più è fertile e in salute il terreno, tanto più forti e sane crescono le piante.
Questo semplice ma fondamentale concetto lo possiamo riportare anche all’organismo animale e umano.